Che cos’è l’osteoporosi

Giornata Mondiale dell’Osteporosi, 20 ottobre 2022

La parola “osteoporosi” è formata dal termine “osteo”, che significa “osso”, e dal termine “porosi” per indicare l’aumentata porosità e fragilità del tessuto. L’osteoporosi infatti rende le ossa sottili e fragili, soggette a fratture che avvengono anche spontaneamente o in seguito a un trauma minimo, causando sofferenza e compromettendo notevolmente la qualità della vita. L’osteoporosi è estremamente diffusa: si stima che ogni tre secondi avvenga nel mondo una frattura ossea da fragilità e si calcola che, dopo i 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque sia destinato a subire una frattura da fragilità.

L’osteoporosi è la patologia metabolica ossea più frequente, detta “la malattia silenziosa” perché avanza gradualmente senza sintomi: la perdita di materia ossea avviene progressivamente, senza dare segnali fino al verificarsi della frattura.

Le ossa iniziano a formarsi già nel periodo fetale poi, dopo la nascita, acquistano rigidità crescendo in forza e dimensione durante l’infanzia e l’adolescenza fino a raggiungere il picco di massa ossea: ciò avviene intorno ai 20-25 anni di età, il momento in cui le ossa raggiungono la loro massima dimensione e forza e lo scheletro è completamente formato. Raggiungere il massimo del proprio potenziale genetico di massa ossea è molto importante, perché da questo momento l’osso non si accrescerà più e il tessuto accumulato sarà la riserva su cui far conto per tutta la vita restante.

Ma anche dopo picco di massa ossea l’osso non si ferma: il suo tessuto infatti non è mai statico, e anche dopo aver raggiunto il suo momento di massima forza e dimensione, per tutta la vita continua a seguire un processo di continuo riassorbimento e riformazione della materia, chiamato turnover osseo. Il turnover serve a rimpiazzare il tessuto invecchiato o deteriorato durante la normale vita quotidiana (per esempio a causa di microfratture), sostituendolo con altro tessuto nuovo e integro.

A partire dai 45-50 anni, il rapporto tra la produzione e riassorbimento inizia a sbilanciarsi e la quantità di osso riassorbito inizia a superare la quantità di osso prodotto. Nelle donne, al momento della menopausa, la riduzione degli estrogeni porta a un aumento del riassorbimento osseo, e quindi a una rapida riduzione della quantità di osso. Questo processo è particolarmente marcato nei primi 4-5 anni dopo la menopausa e si attenua successivamente. Negli uomini invece la perdita di osso è più graduale, ma con il tempo la situazione maschile e femminile si uniformano.

L’osteoporosi non dà sintomi, quindi molto spesso chi ne soffre se ne accorge proprio nel momento in cui subisce una prima frattura, ma non sempre: infatti dopo una frattura da fragilità (ossia causata da una caduta minore, spesso dalla posizione in piedi), non vengono svolti accertamenti per verificare le condizioni di salute dell’osso. Eppure, svolgere questo tipo di indagini dopo la prima frattura diventa indispensabile, perché dopo una prima frattura il rischio di subirne altre diventa altissimo.

Formare ossa forti in gioventù, ossia raggiungere il massimo del proprio potenziale genetico di massa ossea è quindi fondamentale per assicurare una più lunga salute delle ossa: è stato calcolato che una differenza del 10% in più del proprio picco di massa ossea possa ritardare di 13 anni l’insorgenza dell’osteoporosi.

COME FORMARE E MANTENERE UNO SCHELETRO SANO

Investire sulla salute dello scheletro è una strategia facile e a basso costo, che può essere praticata da tutta senza problemi, con minimi aggiustamenti al proprio stile di vita. Un’alimentazione corretta, che preveda un corretto apporto di calcio, e attività fisica, possibilmente all’aria aperta per avere un corretto livello di vitamina D, sono fondamentali per costituire e mantenere ossa in salute. L’esercizio fisico nell’infanzia e adolescenza modifica la struttura dell’osso e la sua geometria, aumentando il diametro delle ossa e rinforzando l’architettura trabecolare, riducendo così il rischio di frattura negli anni successivi. L’esercizio fisico prima dei 40 anni porta a un minor rischio di caduta in età avanzata, ma continuare a svolgere attività fisica in tutto il corso della vita, contribuisce a rafforzare costantemente i muscoli e l’architettura ossea.

 

Data comunicato: 
20 Ottobre 2022