Sebbene la diffusione dell’osteoporosi sia particolarmente elevata tra le donne in età avanzata, sarebbe un errore pensare che altri periodi della vita ne siano immuni, infatti sono molte anche le giovani donne che ne sono affette.

L’osteoporosi in gravidanza e durante l’allattamento costituisce un problema non diffusissimo, ma che è bene conoscere per affrontarlo e scongiurarlo. È un evento subdolo e traumatico, perché non dà segni rilevanti fino al manifestarsi delle fratture, che impediscono a molte giovani madri di poter fare la cosa più bella e naturale del mondo: prendersi cura del proprio bambino. Per questo, oltre alle sofferenze fisiche che comporta, l’osteoporosi in gravidanza porta con sé anche un enorme carico di sofferenze psicologiche.

La gravidanza di per sé non rappresenta un fattore di rischio per l’osteoporosi, ma può facilmente diventarlo se la donna affronta la gestazione in condizioni nutrizionali non adeguate e se vi sono, o vi sono state, condizioni che hanno pregiudicato il raggiungimento ottimale del picco di massa ossea, il processo che, durante la fase della crescita, porta l’organismo a raggiungere la massima forza e dimensione consentite dalle proprie caratteristiche genetiche.

Dunque una perdita di densità minerale ossea in gravidanza e durante l’allattamento è normale, e questa perdita tende ad essere temporanea. Diversi studi hanno dimostrato che la perdita di massa ossea ossea durante l’allattamento viene completamente recuperata entro sei mesi dallo svezzamento.

In alcuni casi particolari però questo non avviene, e si manifesta allora l’osteoporosi. Di solito questa si rivela nel terzo trimestre di gravidanza o subito dopo il parto. Il modo in cui si manifesta inizialmente non è evidente: le donne colpite solitamente accusano mal di schiena, ma pensano che si tratti di cause fisiologiche. Talora ci può essere perdita di altezza, dovuta a fratture vertebrali, ma spesso non ci si accorge nemmeno di queste. La vera e propria rivelazione si ha nel momento in cui si presentano le fratture: a volte anche quelle gravi del femore o in sedi meno tipiche, come la caviglia.

Per evitare il rischio di incorrere nell’osteoporosi legata alla gravidanza è fondamentale promuovere in tutte le donne un’adeguata informazione e educazione riguardo i corretti stili di vita e alimentari da tenere in questo periodo, con particolare attenzione a calcio e vitamina D, e individuare le donne a maggior rischio di fragilità ossea, per le quali la gravidanza può rappresentare un fattore “scatenante”. La prevenzione dunque è il metodo privilegiato per ostacolare l’osteoporosi, con le sue fratture da fragilità e complicanze correlate, che hanno un notevole impatto negativo sui costi sanitari, ma è ancor più grave, e inestimabile, quello sulla qualità di vita.

Sensibilizzare le donne in gravidanza e spingerle verso stili di vita corretti, che portino ad un adeguato apporto e vitamina D e di calcio, attraverso un’alimentazione bilanciata, significa garantire al feto una adeguata mineralizzazione ossea e ridurre nella donna il rischio di insorgenza di fragilità ossea, non solo in concomitanza con la gravidanza, ma anche in età avanzata e, di conseguenza, ridurre il rischio di fratture.