Firenze, 21 dicembre 2016

Tra il 15 e il 17 dicembre 2016 si è tenuto a Firenze l’XI Congresso OrtoMed, l’importante Società scientifica che raccoglie Specialisti di Endocrinologia e di Ortopedia, nata con lo scopo di sostenere la ricerca scientifica e la collaborazione tra le diverse branche scientifiche operanti nel settore delle malattie metaboliche dell’osso e dell’osteoartrosi.

Come ogni anno, nell’ambito del Congresso è stata attribuita la Medaglia OrtoMed, un premio conferito a specialisti che si siano particolarmente distinti nella ricerca scientifica nel settore delle malattie metaboliche dell’osso e delle loro ricadute in campo ortopedico. Il premio di quest’anno è andato a René Rizzoli, dell’Università di Ginevra, il quale ha presentato una relazione sulla gestione della supplementazione di calcio nella cura dell’osteoporosi.

Questo tema, di grande rilevanza e attualità, è stato recentemente anche l’argomento di un articolo, apparso su “Osteoporosis International” e dedicato al Consensus Meeting tenutosi tra gli esperti della “European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases” (ESCEO) e della “International Foundation for Osteoporosis” (IOF). Il Meeting ha avuto il duplice scopo di valutare le attuali conoscenze riguardo all’efficacia della supplementazione con calcio (in particolare in combinazione con la vitamina D), allo scopo di ridurre il rischio di fratture, ma anche di analizzare alcune istanze che sostenevano la possibilità di effetti negativi per la salute derivanti da tale supplementazione, istanze che avevano causato una certa confusione tra gli operatori sanitari e i pazienti.

La Professoressa Maria Luisa Brandi, docente di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università di Firenze e unico Autore italiano a far parte di tale studio, ci ha spiegato che, essendo ormai noto che a partire dai 50 anni di età sia nella donna sia nell’uomo si assiste a una progressiva riduzione della massa ossea che può rendere le ossa più fragili e pertanto facilitare le fratture, “la prevenzione diventa fondamentale e può essere attuata attraverso uno stile di vita sano, ma anche intervenendo su fattori di rischio modificabili, come l’insufficiente assunzione di calcio e la carenza di vitamina D”. 

Sulla base dei dati attuali, il gruppo di esperti del Consensus Meeting ha tratto sette punti conclusivi, i quali affermano che le evidenze attuali dimostrano l’efficacia dell’uso di supplementi di calcio e vitamina D nei pazienti  ad alto rischio di carenza e negli individui che ricevono un trattamento specifico per l’osteoporosi, mentre non ci sono al momento evidenze che supportino un eventuale rischio cardiovascolare legato alla supplementazione con calcio.

 

 

Data comunicato: 
21 Dicembre 2016