Firenze, 19 ottobre 2015

Fondazione F.I.R.M.O. insieme a IOF (International Osteoporosis Foundation) promuove il progetto Capture the Fracture, la campagna internazionale per diffondere i Fracture Liaisons Services, modelli di cura integrati per la prevenzione delle fratture secondarie.

L’invecchiamento progressivo della popolazione nei paesi più sviluppati è ormai un fenomeno noto: solo in Italia, negli ultimi dieci anni, le persone con più di 65 anni sono aumentate, in valore assoluto, del 14,5%, mentre gli ultraottantenni sono aumentati di circa il 22%. Secondo alcune stime entro i prossimi 35 anni (2050) tali percentuali potrebbero raddoppiare.

Questo avanzare complessivo dell’età porta con sé dei problemi – percepiti come una conseguenza inevitabile –, che rischiano di raggiungere dimensioni pandemiche e che porteranno a un costo non più socialmente sostenibile, con un conseguente peggioramento della qualità della vita.

Uno dei principali problemi legati all’avanzare dell’età è sicuramente l’osteoporosi, una condizione patologica caratterizzata dalla riduzione della massa ossea, che causa un aumento della fragilità ossea e del rischio di frattura. Le fratture del polso, della colonna vertebrale e del femore nei pazienti anziani o nella donna in età post menopausale sono quasi tutte di natura osteoporotica.

Tra le fratture dovute all’osteoporosi, la più grave è quella del femore: dal 2000 al 2012 l’incremento è stato quasi del 26%, con un costo stimato di circa un miliardo e quattrocento milioni di euro (ogni femore fratturato pesa sulla società per circa 14.000 euro, tra costi diretti e indiretti). Inoltre, il costo pro-capite delle fratture del femore, calcolato sulla popolazione residente, dal 2000 al 2012 è aumentato del 15% circa. Per le donne il rischio di fratturarsi un femore è maggiore della somma dei rischi di contrarre tumore alla mammella, all’utero e alle ovaie. Tutto questo è percepito come un fenomeno inevitabile, nella quasi totale assenza di dibattito e di informazione generale.

Una soluzione al problema dunque è quella di riuscire a creare forme di prevenzione che abbiano la massima efficacia e consentano di gestire al meglio questi pazienti: ossia adottare strumenti di prevenzione da inserire stabilmente nel nostro sistema sanitario, senza generare costi aggiuntivi o, quantomeno, creandone di sostenibili.

È in questo scenario che si colloca il modello “Fracture Liaison Services”, nato con l’obiettivo di far sì che i sistemi sanitari siano in grado di riconoscere in tempo il paziente a rischio di frattura o fratturatosi a causa della fragilità ossea, in modo da mettere in subito atto tutte le misure preventive a nostra disposizione: il costo di una rifrattura, in termini di qualità della vita, sanitari ed economici, è infatti altissimo. 

In pratica ciò si traduce nel costruire un percorso all’interno delle strutture sanitarie in cui la frattura da fragilità venga sempre diagnosticata, coinvolgendo il paziente, il radiologo, l’ortopedico, lo specialista in malattie del metabolismo osseo, l’infermiere e il medico di base in un unico iter di cura e sostegno

La IOF (International Osteoporosis Foundation), partendo da un importante dibattito a livello internazionale, è ormai arrivata a definire con precisione le caratteristiche ottimali di questo percorso ed ha attivato un ulteriore tavolo per condividere i vari problemi che i diversi paesi stanno affrontano nell’attuazione del sistema. 

In sintesi, tali modelli sono integrati nei protocolli già esistenti e prevedono l’attivazione di specifici percorsi nel momento in cui gli operatori si trovano davanti ad un paziente con sospetto rischio di frattura, in modo da poter mettere in moto procedure finalizzate appositamente alla valutazione del rischio e della eventuale terapia appropriata.

Studi scientifici condotti a livello internazionale hanno riconosciuto i Fracture Liason Service come la miglior strategia adottabile per la prevenzione delle fratture secondarie da fragilità, capaci di portare a una sensibile riduzione dei costi che esse comportano. 

Per esempio, sulla base di uno studio sistematico condotto presso Glasgow (UK), si stima che adottando i Fracture Liason Service nell’intero Regno Unito, la spesa totale sarebbe pari allo 0,6% del costo annuale delle fratture di femore. Questa analisi economica, si associa ad un aumento dell’aspettativa e della qualità della di vita dei pazienti, nonché un guadagno in termini di posti letto presso gli ospedali.

L’adesione al modello consente infine di condividere i sistemi in rilevamento permettendo in questo modo di entrare a far parte di un circuito scientifico ad altissimo livello e di essere inseriti in un sistema moderno ed innovativo di prevenzione.

Data comunicato: 
19 Ottobre 2015