È in corso di pubblicazione su “The American Journal of Clinical Nutrition”, una delle più autorevoli testate scientifiche mondiali che si occupano di alimentazione e salute, un importante articolo dal titolo Cow’s milk consumption and health: a physician’s guide (Consumo di latte vaccino e salute: la guida dei medici), che intende fare il punto sul rapporto tra salute e consumo di latte vaccino e prodotti caseari, firmato dai maggiori esperti della comunità scientifica italiana operanti in diversi settori della medicina e della salute.
Nei confronti del latte e dei suoi derivati si è scatenata negli ultimi anni una vera e propria tempesta mediatica, dibattuta sulla stampa e sui media, che ha esposto i consumatori a un turbinare di notizie e informazioni incoerenti, talora contrastanti e fuorvianti, tali da diffondere confusione, insicurezza, diffidenza nei confronti di un alimento ritenuto per secoli sinonimo di bontà, di purezza, di completezza alimentare. Dove sta la verità? Come deve rapportarsi la scienza, quella vera, basata su dati certi e inconfutabili, nei confronti di latte e prodotti caseari?
I dati scientifici in possesso del mondo della ricerca, lontano da suggestioni e mode passeggere, ribadiscono che il latte e i suoi derivati, se consumati secondo le linee guida nazionali appropriate, contribuiscono alla dieta apportando microelementi e macronutrienti essenziali alla salute; tali alimenti giocano un ruolo fondamentale specialmente nella prima infanzia e nell’età della crescita, quando la formazione della massa ossea si trova nella sua fase più critica e importante, tale da influenzare la salute anche negli anni seguenti.
Non solo, ricerche suggeriscono che il latte possa avere effetti protettivi nei confronti di sovrappeso, obesità, diabete e malattie cardiovascolari, mentre non esistono dati evidenti che testimonino un’associazione significativa tra assunzione di latte e insorgenza del cancro.
Nel complesso, la letteratura scientifica corrente suggerisce che un consumo appropriato di latte e latticini, secondo le linee guida nutrizionali disponibili, può essere vantaggioso in tutte le fasce di età, ad eccezione di specifiche condizioni mediche come l’intolleranza al lattosio o l’allergia alle proteine del latte.
Abbiamo chiesto alla professoressa Maria Luisa Brandi, Orinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Firenze e Presidente della Fondazione FIRMO, quale sia l’obiettivo di un documento di questo tipo: “Il nostro articolo nasce per facilitare la comunicazione medico-paziente su questo argomento, fornendo ai medici una serie di risposte strutturate alle possibili e più frequenti domande poste dei pazienti. Gli argomenti su cui si intende fare chiarezza, ribadendo verità consolidate e smentendo vere e proprie leggende metropolitane, riguardano la funzione nutrizionale del latte e dei prodotti derivati dal latte e l’opportunità di assumerli per tutta la durata della vita, la loro importanza per prevenire malattie come l’osteoporosi e, al contrario il loro temuto rapporto con il cancro, la gestione dell’intolleranza al lattosio e l’allergia al latte. Gli argomenti presentati in questo articolo sono condivisi da un gruppo dei maggiori esperti della comunità scientifica medica e nutrizionale italiana, e ci si augura che ciò possa costituire un punto fermo, per fare chiarezza e spazzare via tante false verità contrabbandate per autentiche.”