Sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PeerJ (Zhou et al. (2019), PeerJ, DOI 10.7717/peerj.8145) è stato recentemente pubblicato uno studio che mirava a disegnare e valutare dal punto di vista quantitativo e qualitativo i luoghi e gli argomenti più vitali e produttivi per quanto riguarda la ricerca sull’osteoporosi.
Gli autori si sono serviti dell’analisi bibliometrica: sono stati selezionati gli articoli scientifici che trattavano di osteoporosi, sia attingendo da Web of Science Core Collection sia dal database PubMed. Le informazioni estratte sono state analizzate quantitativamente secondo precisi criteri, servendosi di una piattaforma di analisi online.
Questo ha portato a scoprire che nel periodo tra il 2013 e il 2017 le pubblicazioni relative all’osteoporosi sono state 5.247. La rivista leader nel campo della ricerca sull’osteoporosi è Osteoporosis International e gli Stati Uniti hanno una posizione di vertice, esercitando un’influenza fondamentale in questo campo. I professori Reginster dal Belgio e Kanis dal Regno Unito hanno ottenuto i migliori risultati in questo settore.
Come si è comportata l’Italia? In modo brillante: per numero di pubblicazioni il nostro Paese si colloca al quinto posto, dietro a Stati Uniti, Cina, Giappone e poco sotto il Regno Unito. Il che significa che da noi il mondo della ricerca viaggia a ritmi sostenuti, ponendosi in una posizione di rilevo a livello mondiale, anche se c’è ancora molto da fare sul piano politico per poter essere all’avanguardia anche sul piano delle ricadute sociali, che si concretizzino in iniziative risolutive sui cittadini.
Ancora più eclatante il risultato personale ottenuto dalla Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente della Fondazione FIRMO e Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Firenze: non solo è al nono posto nella lista di studiosi mondiali in materia per numero di contributi pubblicati, ma è l’unica donna di questa esclusiva classifica, oltre che l’unica a rappresentare il nostro Paese. Un dato di prestigio, che acquista ancora più risalto se consideriamo che la Professoressa è addirittura al sesto posto nel mondo per numero totale di citazioni. “È un risultato lusinghiero – ha commentato la Professoressa Brandi – ma non lo considero certo un punto di arrivo: la considerazione internazionale per il lavoro fin qui svolto non può che essere un impulso per proseguire con ancora maggiore impegnosul cammino della ricerca. Quando, nel 2006 è nata FIRMO, la Fondazione da me presieduta, il traguardo che ci siamo posti è stato quello di mirare a un mondo in cui le malattie delle ossa fossero debellate. Occorre fare ancora molta strada, ma il nostro obiettivo resta ancora quello.”