Il melanoma cutaneo è un tumore frequente ed in aumento da più di 10 anni nei paesi occidentali, specialmente in soggetti giovani. La sua curabilità è migliorata grazie alle campagne d’informazione da parte delle associazioni contro il cancro, allo screening dei nevi atipici, alla diagnosi precoce ed a nuove possibilità di cura. I fattori di rischio da tenere presenti per indirizzare la prevenzione e lo screening sono l’esposizione ai raggi solari ed ai raggi ultravioletti, la familiarità, la pregressa asportazione di un analogo tumore, la mutazione del gene CDKN2A. La chirurgia è in grado di curare gli stadi iniziali della neoplasia, ma in presenza di melanomi ad alto rischio o già metastatizzati i risultati sono scarsi e le possibilità di cura sono date soprattutto dalle terapie complementari (radioterapia, chemioterapia, target-therapy od immunoterapia). Dal 2015 si è assistito ad un enorme progresso nella cura del melanoma avanzato (III e IV stadio) grazie all’impiego sia di nuove molecole ad azione su particolari bersagli molecolari (inibitori di kinasi selettive quali il BRAF ed il MEK), sia di anticorpi monoclonali che bloccano i checkpoint immunitari del tumore (ipilimumab attivo verso il CTLA-4 o nivolumab e pembrolizumab ad azione contro il PD-1). Queste nuove possibilità terapeutiche vengono utilizzate non solo nei casi di melanoma con metastasi disseminate, ma anche come terapia adiuvante a quella chirurgica o radioterapica. Questo ampio panorama terapeutico sta modificando continuamente l’approccio al melanoma cutaneo e richiede un’attenta valutazione della scelta terapeutica che deve tenere conto dell’efficacia dei nuovi farmaci, ma anche dei loro possibili effetti collaterali (talora molto gravi) e dei costi.

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